I probiotici e il controllo del peso
A cura della dott.ssa Maria Teresa Carani
Essere in forma non è solo un obiettivo da perseguire per la propria soddisfazione personale e per essere pronti per la prova costume prima di partire per le vacanze. È anche (e soprattutto) una questione di salute.
Il sovrappeso e l’obesità, problematiche sempre più diffuse anche nella popolazione italiana, sono causate fondamentalmente da tre fattori: la predisposizione genetica, le diete errate e una ridotta attività fisica. In molti casi la contemporaneità degli ultimi due significa certamente andare incontro ad un graduale aumento di peso.
IL MICROBIOTA INTESTINALE: ECCO PERCHÉ IL SUO EQUILIBRIO È FONDAMENTALE PER LA NOSTRA SALUTE
C’è poi un nuovo “nemico” della linea, individuato da recenti ricerche scientifiche, ovvero il microbiota intestinale. Si tratta della comunità microbica del tratto enterico, composta da batteri, lieviti, parassiti e virus. Quando questi vivono in equilibrio, allora il nostro organismo ne trae beneficio. Altrimenti l’aumento di peso è dietro l’angolo”.
Il corretto assorbimento intestinale dei macronutrienti, infatti, è dovuto proprio allo stato di salute del microbiota. Il legame tra quest’ultimo e il sovrappeso dipende dal ruolo svolto dalla flora batterica nella regolazione delle energie assunte con l’alimentazione.
I microbi intestinali contribuiscono al metabolismo del nostro organismo in vari modi. Innanzitutto, fermentano le fibre che altrimenti il nostro apparato digerente, non avendo gli enzimi necessari, non assimilerebbe correttamente. L’assunzione di fibre non è un fatto di per sé negativo, anzi. Ma negli obesi i batteri intestinali – con questo processo – causano sia l’assorbimento di maggior energia da parte dell’intestino, sia la riduzione della quantità di calorie espulse con le feci”.
Inoltre, i microbi intestinali partecipano all’idrolisi di carboidrati, proteine e grassi da cui producono grassi a catena corta. Queste molecole rendono meno facile la degradazione dei grassi incentivando la produzione di trigliceridi e adipociti, ovvero le cellule adipose.
I DANNI CAUSATI DALL’AUMENTO DELLE CELLULE ADIPOSE
Le cellule adipose, in un soggetto obeso, producono sostanze che vanno a influenzare il sistema immunitario, il metabolismo, i livelli di infiammazione. Quindi non si limitano a rovinare l’aspetto fisico, ma causano problemi articolari, incontinenza, disturbi dell’apparato digerente, problemi respiratori, diabete di tipo 2 e problemi cardiovascolari, tra i più seri e pericolosi che si possano verificare in un soggetto in sovrappeso o obeso.
“FIRMICUTES” E “BACTEROIDES”: COSA SONO E PERCHE’ SONO IMPORTANTI
Molti soggetti obesi, che hanno come principali protagonisti della loro dieta carne, latticini e grassi idrogenati e non assumono fibre in quantità corretta, hanno dunque un microbiota intestinale in cui prevalgono i “firmicutes”, batteri che aumentano l’assimilazione di zuccheri e grassi animali, favorendo l’aumento di massa grassa, rispetto invece ai “bacteroides”. Le persone magre, o comunque senza problemi di sovrappeso o obesità, hanno un microbiota intestinale in cui i “bacteroides” prevalgono. E infatti la percentuale di questi ultimi, in un ecosistema intestinale equilibrato, dovrebbe essere pari al 55% rispetto al 40% dei “firmicutes”.
COME COMBATTERE SOVRAPPESO E OBESITA’?
C’è chi inizia a fare attività fisica, abbinando allo sport una restrizione calorica della dieta e il controllo dell’appetito. Ma questo tipo di intervento, articolato e basato principalmente sulla forza di volontà del paziente, non sempre porta ai risultati sperati, proprio perché soggettivo.
La mossa vincente è quella di arrivare ad un microbiota intestinale in cui, come accennavamo prima, i “firmicutes” siano massimo al 40%, con i “bacteroides” al 55%. Per riuscirci, secondo quanto evidenziato da diversi studi, bisogna innanzitutto analizzare il microbiota – si può fare in farmacia o in un laboratorio di analisi – individuando quindi una eventuale situazione di disbiosi.
Per correggerla e affrontare il sovrappeso, si possono utilizzare ceppi di “bifidobacterium” e/o di “lactobacillus”.In particolare tra questi ultimi il contributo migliore lo apporta il “lactobacillus gasseri”, che aiuta a ridurre peso e grasso viscerale se assunto per 12 settimane con una dose quotidiana di 10 miliardi, dosaggio che – secondo studi recenti – sembra determinante per la sua efficacia.
La riduzione della massa grassa è stata evidenziata anche assumendo fibre con ceppi di bifidobacterium.