C’È VITA SULLA PELLE?
A cura della dott.ssa Maria Teresa Carani
La pelle, l’organo più esteso del nostro corpo e la prima barriera contro le aggressioni esterne, ospita una grande popolazione di microrganismi. L’insieme di questi batteri, funghi e virus, definito microbiota, varia da individuo ad individuo. Ad oggi, sono stati identificati sulla pelle oltre 1000 specie di batteri, per la maggior parte localizzati sia negli strati superficiali dell’epidermide che nel sito dei follicoli piliferi.
Mentre sul microbioma intestinale sono innumerevoli gli studi scientifici, solo nel 2007 con la nascita del progetto “Human Microbiome” dedicato allo studio del microbioma della pelle e del cuoio capelluto, il microbioma cutaneo è diventato un argomento di studio.
I BATTERI DELLA CUTE: AMICI O NEMICI?
Tra i batteri del microbiota predomina lo Staphylococcus epidermidis,
un batterio che vive sulla superficie della nostra pelle e che, nella maggior parte dei casi, è innocuo. In alcuni casi, tuttavia, può diventare patogeno e provocare delle pericolose infezioni nosocomiali, soprattutto perché resistente agli antibiotici. Nelle aree cutanee più seborroiche prevalgono invece il Cutibacterium Acnes e la Malassezia restricta
Gli studi presentati nel 25° congresso IFSCC (International Federation of Societies of Cosmetic Chemists) del 2019 hanno evidenziato poi che un microbiota fisiologico favorisce la salute della pelle, e un suo squilibrio potrebbe causare disturbi e, in certi casi, anche patologie epiteliali.
L’ equilibrio del microbiota cutaneo può essere compromesso da fattori di rischio, come un’alimentazione scorretta, un’esposizione sconsiderata ai raggi UV, lo stress e l’inquinamento, e se questo equilibrio si altera, possono subentrare problemi di carattere infiammatorio, come secchezza, rossori, ed anche dermatiti e acne.
La cura della pelle quindi passa anche da un microbiota cutaneo, che se fisiologico e in equilibrio, contribuisce alle sue funzioni e la protegge da patologie infiammatorie, metaboliche e allergiche.
«……. la flora batterica della pelle è molto importante per il benessere cutaneo: i batteri di un soggetto allergico ad esempio sono diversi da quelli di uno sano, per cui modularne la quantità potrebbe essere d’aiuto per tutti, anche per chi ha patologie specifiche – osserva Lorenzo Drago, responsabile del Laboratorio di analisi microbiologiche del Galeazzi di Milano – Tuttavia, i batteri devono essere vivi per avere un effetto, ed è molto difficile mantenerli tali in creme o soluzioni cosmetiche per uso topico; ….».
Uno studio recente ha dimostrato che l‘applicazione topica di Lactobacillus reuteri, non solo migliora l’infiammazione causata da raggi UV, riducendo i livelli di molecole pro-infiammatorie, ma anche svolge una azione anti-microbica contro i patogeni della pelle come lo Staphylococcus aureus e quindi prodotti con prebiotici e probiotici migliorano la funzione barriera della pelle e l’idratazione cutanea.
Per dare un “aiuto” alla pelle si utilizzano attualmente prodotti sia di laboratorio galenico che commerciali con:
- prebiotici che funzionano da “nutrimento” per i batteri “buoni
- probiotici. che applicati localmente sulla pelle ne mantengono il pH leggermente acido riequilibrando la microflora batterica. e quindi il microbiota cutaneo
- con postbiotici sostanze che modulano il microbiota senza alterarne le caratteristiche fisiologiche, tra cui la biodiversità.
Gli studi coordinati da Federica Carlomagno e Ilaria Faccini che hanno utilizzato il postbiotico ectoina, dimostrano inoltre che questo derivato aminoacidico immunomodulante protegge il microbioma da fattori nocivi come: UV, temperature estreme, agenti chimici ecc. ed agisce anche come regolatore osmotico per cui a livello della pelle
- bilancia il microbiota;
- migliora l’idratazione della pelle;
- diminuisce gli indici di secchezza e rugosità.
Mentre i trattamenti tradizionali agiscono sui segni dell’invecchiamento, questo trattamento osmotico interviene a livello cellulare sulla causa di invecchiamento cutaneo in quanto ripristina l’equilibrio osmotico ottimizzando la comunicazione cellulare con la trasmissione di specifici segnali positivi cellula – cellula.
Molti prodotti sia cosmetici che di laboratorio galenico sfruttano quindi l’azione di due osmoprotettori, l’Ectoina e il Trealosio che favoriscono il mantenimento di volume e pressione cellulari presenti nelle cellule allo stato giovanile.
COME AGISCONO QUESTI PRODOTTI?
Riattivano la comunicazione cellulare in quanto Il ripristino dell’equilibrio osmotico permette alle cellule epidermiche di comunicare anche con le cellule cutanee più
profonde attivando un processo di rivitalizzazione globale.
Fonti
- Gilbert, Jack A., et al. “Current understanding of the human microbiome.” Nature medicine 24.4 (2018): 392.
- Evans, Charles A., et al. “Bacterial flora of the normal human skin.” Journal of Investigative Dermatology 15.4 (1950): 305-324.
- Leyden, James J., et al. “Age-related changes in the resident bacterial flora of the human face.” Journal of Investigative Dermatology 65.4 (1975): 379-381.
- Khmaladze, I., Butler, É., Fabre, S., & Gillbro, J. M. (2019). Lactobacillus reuteri DSM 17938—A comparative study on the effect of probiotics and lysates on human skin. Experimental dermatology, 28(7), 822-828.