L’ANEMIA
A cura della Dr.ssa Maria Teresa Carani
Debolezza, stanchezza persistente, mal di testa, difficoltà di concentrazione, tachicardia, pallore della pelle e delle mucose, unghie fragili e perdita di capelli spesso sono i sintomi di anemia, patologia molto diffusa che, se non viene trattata in modo adeguato, può causare serie complicazioni.
L’anemia può avere diverse cause:
- perdita di sangue (sanguinamento eccessivo)
- ridotta produzione di globuli rossi e di emoglobina
- distruzione eccessiva di globuli rossi.
All’origine dell’anemia in molti casi può esserci una carenza di ferro, che causa una diminuzione di emoglobina nel sangue al di sotto dei valori normali.
L’ emoglobina è una proteina che si trova all’interno dei globuli rossi, contiene ferro e serve al trasporto dell’ossigeno in tutte le cellule dell’organismo. È proprio il ferro che, agendo come una calamita, lega l’ossigeno all’emoglobina permettendole di svolgere la propria funzione. Livelli di emoglobina molto bassi, soprattutto in persone anziane con problemi di cuore, possono esporre al pericolo di collasso cardiocircolatorio, imponendo quindi il ricorso a cure drastiche come le trasfusioni.
L’anemia, dovuta alla carenza di ferro (sideropenia), è la più diffusa e può avere diverse cause come:
- mestruazioni abbondanti nelle donne in età riproduttiva;
- perdite di ferro con il sangue per ulcera gastrica, emorroidi, ernia iatale e diverticoli;
- malassorbimento di ferro a livello intestinale come avviene spesso nella celiachia;
- una dieta povera di ferro e con deficit di vitamina B12 o di acido folico.
Per giungere ad una diagnosi certa di “sideropenia”, bisogna effettuare un esame del sangue e misurare i parametri che regolano il metabolismo del ferro cioè:
- sideremia, il livello del ferro nel sangue;
- ferritina, la proteina che lo immagazzina nei tessuti;
- transferrina, proteina che trasporta il ferro e il cui valore aumenta nella sideropenia.
La carenza di ferro può essere infatti dovuta a:
- apporto insufficiente del minerale;
- depositi non utilizzati;
- anomalia del trasporto.
Gastroscopia e colonscopia possono essere utili per localizzare l’origine delle perdite ematiche, se questa avviene a livello di apparato gastrointestinale.
Secondo molte ricerche, a rischio di deficit di ferro sono soprattutto donne, bambini, ragazzi, lattanti dopo i sei mesi, gli adolescenti in relazione alla crescita, le ragazze all’inizio delle mestruazioni e le donne in gravidanza.
Per tutte queste categorie i livelli raccomandati di ferro sono:
ASSUNZIONE RACCOMANDATA DI FERRO
*PRI: ASSUNZIONE RACCOMANDATA PER LA POPOLAZIONE (PRI) LARN rev 2014 Indagine INRAN-SCAI 2005 – 2006 → ferro non eme rappresenta circa il 90% del ferro totale assunto dalla popolazione italiana |
FERRO ED ALIMENTAZIONE
Il ferro si trova in moltissimi alimenti, ma in forme diverse, e solo alcuni – prevalentemente di origine animale – ne apportano quantità considerevoli, nella forma biologicamente più attiva ed efficaci per eventuali deficit.
La vitamina C ne aumenta l’assorbimento, che avviene a livello intestinale – nel tratto cosiddetto tenue – ed è permesso dal basso pH gastrico ivi esistente.
Chi segue una dieta priva di carne e di pesce, in particolare i vegetariani, devono quindi imparare ad abbinare i cibi, per assicurare all’organismo i livelli raccomandati di ferro.
QUALI REGOLE SEGUIRE IN CASO DI ANEMIA
- assumere alimenti ricchi di ferro;
- non inserire nello stesso pasto contemporaneamente due o più alimenti ricchi di ferro;
- usare pentole di ferro per la cottura dei cibi;
- bere acque minerali ferruginose;
- evitare alimenti che ostacolano l’assorbimento di ferro e farmaci che ne limitano l’assorbimento, come gli inibitori a pompa protonica.
In caso di forte squilibrio alimentare, su consiglio medico, si può ricorrere a farmaci o ad integratori per bocca contenenti acido folico.
Quando il ferro assunto per bocca – anche ai pasti – provoca intolleranza gastrica, il medico può deciderne la somministrazione per endovena.