Vitamina D, ecco perché è importante assumerla.
A cura della dott.ssa Maria Teresa Carani
Quanto è importante la vitamina D per l’organismo umano? La dottoressa Carani della Farmacia Verbano spiega la necessità di assumerla, soffermandosi anche sulla quantità giusta per evitare effetti collaterali.
La vitamina D aiuta ad assorbire il calcio, a mineralizzare lo scheletro, e diversi studi hanno evidenziato il suo importante ruolo per il corretto funzionamento del sistema immunitario, svolgendo in questo modo una funzione protettiva contro il Covid-19.
Quali problemi può causare la mancanza di vitamina D? Il rachitismo infantile, una patologia caratterizzata da gravi disturbi dell’ossificazione che causa deformazioni ossee, l’osteomalacia negli adulti, una patologia metabolica a carico delle ossa, a cui sottrae minerali rendendole più suscettibili a dolori, malformazioni e fratture, o l’osteoporosi una malattia sistemica dell’apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità delle ossa.
Vitamina D e la sua famiglia
Il termine vitamina D è utilizzato per identificare i componenti di una famiglia di molecole connesse tra loro, che derivano da un precursore comune: la previtamina D3. Quest’ultima si trasforma in colecalciferolo, vitamina D3, che è biologicamente inattiva.
La vitamina D che si presenta come colecalciferolo si trova negli alimenti di origine animale, mentre l’ergocalciferolo, o vitamina D2 in quelli vegetali.
Sia la vitamina assunta con l’alimentazione (vitamina D2 e D3), che quella sintetizzata nella pelle attraverso i raggi solari, vengono inizialmente trasformate in calcidiolo nel fegato e successivamente in calcitriolo nei reni. Solo quest’ultima forma è biologicamente attiva, e può così svolgere la sua funzione di vitamina D.
Misurare il dosaggio nel sangue della vitamina D è essenziale per accertarne un eventuale deficit. Un valore inferiore a 10 ng/ml indica una grave carenza mentre uno compreso tra 10 e 30 ng/ml rappresenta una quantità ancora insufficiente. Un valore considerato normale in un organismo sano è compreso tra 30 e 100 ng/ml, oltre questo limite la vitamina D risulta tossica.
L’uso di farmaci, come il cortisone, può ridurre riduce la concentrazione ematica di questa vitamina essenziale e quindi la mineralizzazione ossea.
Come introdurre la vitamina D nel nostro organismo?
In quanto liposolubile, cioè in grado di sciogliersi all’interno dei lipidi, la vitamina D viene assorbita con i grassi alimentari e poi depositata nel fegato che la rilascia a piccole dosi quando è necessaria. La prima e vera fonte di vitamina D è la luce del sole. Infatti, è soprattutto quando ci si espone ai raggi solari che questa sostanza viene sintetizzata nell’organismo. Per stimolarne la formazione è sufficiente esporsi al sole per 30 minuti al giorno, senza protezione solare, che deve però essere utilizzata per esposizioni più lunghe. Occorre tener presente che senza la protezione aumenta il rischio di invecchiamento cutaneo e di tumori alla pelle, come il melanoma.
Un buon compromesso è prendere il sole evitando le ore più calde.
Nella dieta è difficile fare scorte di vitamina D, a causa della sua scarsa presenza negli alimenti più comuni Possiamo trovarla in alcuni pesci grassi come il salmone, il tonno o lo sgombro, nel latte e nei derivati, nelle uova, nel fegato e nelle verdure a foglia verde come la bieta e gli spinaci.
L’eccesso di vitamina D può provocare una calcificazione diffusa a livello dei vari organi, con conseguente vomito, diarrea e spasmi muscolari.
Quali sono i sintomi di una carenza di vitamina D?
In caso di carenza di vitamina D, è possibile trovare integratori, da assumere quotidianamente, settimanalmente o mensilmente, associandoli anche al calcio, sempre sottoponendosi a un controllo medico.
I sintomi più comuni che indicano una mancanza di vitamina D possono essere una sudorazione eccessiva, stanchezza diffusa oppure contratture e dolori muscolari.